Genitori e figli: come mai le aspettative dei genitori peggiorano i risultati dei figli
Qualche giorno fa ho ricevuto a studio una delle mie ragazze dei percorsi di teen coaching. Aveva da poco ricevuto il pagellino di metà pentamestre e il suo umore non era di quelli che ci si aspetterebbe da una quindicenne che ha tutte sufficienze.
“Se torno a casa con un 7, i miei non sono soddisfatti. Iniziano a dirmi che non mi sono impegnata abbastanza, che avrei dovuto studiare di più. Ma se prendo 8 o 9 non mi fanno neanche un complimento, danno per scontato che ho fatto né più né meno che il mio dovere. Il problema è che adesso vivo la scuola con ansia, sono sempre preoccupata di non raggiungere i risultati che si aspettano da me”.
Sono tanti i ragazzi e le ragazze che mi raccontano la stessa situazione, e ci sarebbero un miliardo di cose da dire prendendo le mosse da questo estratto. In questo articolo ti propongo una riflessione sulla differenza – tutt’altro che sottile – che passa tra aspettativa e pretesa.
L’aspettativa – dal latino exspectare, attesa per la riuscita di qualcosa – rimanda ad un sentimento di fiducia che nutri nei confronti delle capacità e delle risorse di cui tuo figlio dispone per raggiungere i traguardi che lui si prefigge, di qualunque tipo essi siano. Il paradigma mentale è del tipo “Mi aspetto che tu raggiunga quel risultato perché credo che tu possa farcela, perché ho fiducia in te”.
La pretesa – dal latino praetendere, tendere avanti – rimanda all’esigere qualcosa, al voler affermare a tutti i costi il tuo punto di vista rispetto a quello di tuo figlio, all’adoperarti affinchè sia tra i più bravi a scuola, tra i migliori nello sport, il più popolare tra i suoi amici. In questo caso il paradigma mentale è “Pretendo che tu raggiunga quel risultato perché se sei bravo tu, allora io sono un bravo genitore”.
Nel primo caso, lasci che sia tuo figlio a mettersi in gioco, a sperimentarsi, ad affrontare le sfide e gli impegni piccoli o grandi che la vita gli pone. Ci sei, stando un passo indietro per non sostituirti.
Nel secondo caso, cerchi di sottrarlo a potenziali frustrazioni o sofferenze, di sollevarlo dalla più piccola fatica, di scongiurare battute d’arresto o fallimenti. Ci sei fin troppo, finendo per fare le cose al posto suo.
Avere aspettative alte nei confronti di tuo figlio non è un male, anzi. Ricerche anche recenti hanno dimostrato che un’elevata aspettativa dei genitori porta i figli a raggiungere risultati più alti. Il problema nasce quando superano eccessivamente le aspettative realistiche, e quando avanzi pretese che sono lontane dagli interessi sinceri e dalle risorse effettive di cui tuo figlio dispone in quel momento. Il rischio è quello di creare stress, ansia, e di influire negativamente tanto nell’apprendimento quanto nel suo sviluppo equilibrato e sereno.
Quale sentimento vuoi infondere in tuo figlio: fiducia nelle sue capacità o ansia da prestazione?
Quali tuoi pensieri, quali tuoi comportamenti e quali tue azioni vanno nella direzione della fiducia? Quali, invece, stanno generando o potrebbero generare ansia da prestazione?