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Contatti.

Se hai delle domande sui miei servizi, se vuoi saperne di più sul percorso di coaching o per qualsiasi altra curiosità, contattami: sarò felice di rispondere a tutte le tue domande. Puoi contattarmi telefonicamente e via email ai recapiti indicati.

 

Tel. +39 3207961574

Email: info@susannabiancifiori.it

P. Iva  01565230552

susannabiancifioricoach

Quello a cui vi invito a partecipare è l’ultimo Quello a cui vi invito a partecipare è l’ultimo incontro di Itinerari Lab di @organica_crescere_insieme prima di salutarci per la pausa estiva.
Per concludere questo emozionante percorso a tappe, vi aspetto sabato 22 giugno.

Ti senti realizzato nel lavoro che fai o vorresti allinearlo maggiormente a come sei, a come vivi, pensi, senti?”
Nell’epoca dell’autorealizzazione siamo chiamati ad una sfida, come singoli, come comunità e come società: realizzare nel lavoro la nostra vocazione. 
Imparare a vivere il tuo lavoro come una risposta ad una vocazione profonda è una condizione necessaria affinché l’esperienza lavorativa possa generare un senso e un significato esistenziale profondo. 
Durante questo laboratorio, attraverso attività riflessive e creative, ti accompagnerò ad esplorare la tua vocazione e ad allenare la volontà e il coraggio di risponderle.

Ti aspetto!

Iscriviti:  www.impresaorganica.it
Ad un passo dalla maturità, ora che inizia ad aff Ad un passo dalla maturità, ora che inizia ad affacciarsi al futuro, una mia giovane coachee sente la paura di non essere all’altezza dell’avvenire e ha la sensazione di essere in ritardo rispetto ai coetanei nell’individuazione del suo possibile progetto di vita.
 
Dal suo punto di vista, il talento e la vocazione devono essere trovati e coltivati fin da bambini. Il fatto che per lei non sia stato così, a differenza di quanto successo a quei compagni di classe che ai suoi occhi appaiono determinati, la fa sentire in ritardo - se non addirittura fuori tempo.
 
Eppure emerge forte un’attitudine alla cura dell’altro e alla lotta al male, che ha coltivato giorno per giorno in tanti gesti e contesti.
 
Non riesce a dare a questo vissuto il giusto valore perché, come tante persone oggigiorno, sente che il talento passi per un saper fare e non per un saper essere.

Abbiamo riletto alcune esperienze della sua vita ed è emerso come fin da bambina si sia prodigata nella cura e nella tutela degli animali, ha voluto fare l’esperienza di PCTO in una clinica veterinaria, ogni volta che una persona a lei vicina è in difficoltà, è pronta a dare una mano, ha più volte voluto parlare con un amico di famiglia che lavora nelle forze dell’ordine per conoscere la sua storia e apprendere qualcosa da questa esperienza vicaria. Tanto per citarne alcune.
Insomma, ha allenato il suo talento (umanisticamente inteso) in tanti modi diversi.
 
Perché questo dovrebbe valere di meno? Essere considerato di serie B rispetto a chi pratica un hobby, uno sport, una disciplina fin da bambino?
Questa è la mia postazione ufficio per oggi. Al Questa è la mia postazione ufficio per oggi.

Al momento sto realizzando il workbook per una ragazza che ha da poco iniziato un percorso di orientamento vocazionale con me.
Ad un passo dalla maturità, ora che inizia ad affacciarsi al futuro, sente la paura di non essere all’altezza e ha la sensazione di essere in ritardo rispetto ai coetanei nell’individuazione del suo possibile progetto di vita.

Dal suo punto di vista,il talento e la vocazione devono essere trovati e coltivati fin da bambini. Il fatto che per lei non sia stato così, a differenza di quanto successo a quei compagni di classe che appaiono determinati,la fa sentire in ritardo se non addirittura fuori tempo.

Eppure emerge forte un’attitudine alla cura dell’altro e alla lotta al male, che ha coltivato giorno per giorno in tanti gesti e contesti.

Non riesce a dare a questo vissuto il giusto valore, perché come tante persone oggi, sente che il talento passi da un saper fare e non da un saper essere.

Ammettendo anche per un attimo che avrebbe potuto iniziare a coltivare le sue abilità e il suo talento (per come
lo intende lei) fin da bambina, come avrebbe potuto farlo? Giocando all’allegro chirurgo?

Abbiamo riletto alcune esperienze della sua vita ed è emerso come fin da bambina si sia prodigata nella cura e nella tutela degli animali; ha voluto fare l’esperienza di PCTO in una clinica veterinaria; ogni volta che una persona a lei vicina è in difficoltà, è pronta a dare una mano; ha più volte voluto parlare con un amico di famiglia che lavora nelle forze dell’ordine per conoscere la sua storia e apprendere qualcosa da questa esperienza vicaria; tanto per citarne alcune.
Insomma, ha allenato il suo talento (umanisticamente inteso) in tanti modi diversi.

Perché questo dovrebbe valere di meno? Essere considerato di serie B rispetto a chi pratica un hobby, uno sport, una disciplina fin da bambini?

Accade perché viviamo nell’era della
performance, nella quale il valore del singolo passa attraverso ciò e quanto produce.

(Continua nei commenti)
La fine dell’anno scolastico è dietro l’angol La fine dell’anno scolastico è dietro l’angolo, e da un po’ accolgo a studio e nei percorsi di mentoring e orientamento vocazionale all’ITT adolescenti che stanno tracciando il bilancio dei mesi passati.
Qualcuno è soddisfatto del percorso fatto e degli obiettivi raggiunti. Qualcun altro si è allacciato le scarpe, sistemato i pantaloncini e preparato allo sprint finale per scongiurare corsi di recupero estivi e bocciature. Qualcun altro ancora, facendo un esame di realtà, ha convenuto che la bocciatura fosse la cosa migliore poiché l’anno l’aveva visto completamente disimpegnato e disinteressato. Di questi, alcuni non solo hanno deciso di farsi bocciare, ma addirittura di cambiare istituto il prossimo anno perché resisi conto che la scuola frequentata non è quella che fa per loro (una frequenta il quarto anno).
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In quest’ultimo caso - ma non è il solo - il genitore è venuto a bussare alla mia porta.
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Perché deve buttare via un anno? Che senso ha? Se la bocciano, penseranno che sono stata una mamma assente e incapace!
Io ho già tante preoccupazioni per conto mio, non ci si può mettere anche lei. E poi la vita è così, non può mica credere che quando andrà a lavorare tutto le piacerà. Nella vita bisogna accontentarsi, ché chi si accontenta gode.
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Questo è il punto di vista del genitore che, davanti al coraggio di cambiare e al bagno di realtà del figlio, vede messo in crisi il proprio bisogno di controllo.
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Sono d’accordo che questi ragazzi non stanno scontando un ergastolo, ma perché dovrebbero condannarsi ad una pena solo perché c’è indicata la data di scadenza?
E poi, un anno di scuola perso quanto può incidere sull’economia di una vita?
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Il genitore di un adolescente deve fare accomodare dentro di sé l’idea che la persona che incontra è sufficientemente grande da assumere le sue decisioni.
Non abbiamo garanzie, ma infondo chi di noi le ha?
Uno dei ragazzi che ho incontrato questa mattina n Uno dei ragazzi che ho incontrato questa mattina nei percorsi di mentoring e coaching all’ITT, sogna un giorno di poter fare il calciatore. Attualmente gioca con la squadra di una società cittadina e, con la soddisfazione contenuta tipica di chi preferisce restare con i piedi per terra fino a quando non riceverà la notizia che gli farà toccare il cielo con un dito, mi ha raccontato di aver fatto ieri il suo primo allenamento con la Rappresentativa Umbra.
 
Vuole lavorare insieme al raggiungimento del suo obiettivo, che attualmente si declina in lavorare sulla tecnica individuale, lavorare sul tiro e accrescere la propria massa muscolare.
Rispetto ai primi due abbiamo trovato come alleati l’allenatore, il preparatore atletico e un altro dei mister della società, al quale ha chiesto di poter fare degli allenamenti extra 1:1.
 
Per lavorare sulla massa muscolare, si è iscritto in una palestra chiedendo ad uno dei personal trainer dello staff di comporre per lui una scheda ad hoc.
Si è allenato 7/8 volte, e poi all’allenamento ha preferito… il letto!
 
Ma come?
 
Il raggiungimento degli obiettivi è possibile se coltiviamo il giusto mindset, la mentalità in linea con la visione verso cui ci orientiamo.
 
Indubbiamente S. è abituato ad uno sport di squadra, nel quale l’allenamento non solo è strutturato da qualcun altro per lui, ma viene condotto da qualcun altro per lui. Passare da questa dimensione ad una nella quale deve condursi da sé è una variazione significativa del setting.
 
Ma c’è dell’altro.
 
C’è che per S. sacrificio significa rinunciare a qualcosa (che gli piace) in funzione di qualcosa altro (che lo annoia).
 
Gli ho chiesto di cercare sul dizionario etimologico la parola sacrificio. Rendere sacro.
 
S., il tuo allenamento in palestra deve diventare per te un rito. Lo devi vedere come il compimento di un’azione sacra, in cui quello che celebri è il valore del tuo sogno di diventare un giorno un calciatore a livelli professionistici.

Se vuoi tornare ad abbracciare il sacrificio nel suo significato più autentico ed alto, quello che celebra il tuo amore per la vita, posso accoglierti in un percorso di coaching.
Scrivimi in DM
La riflessione che ti propongo oggi nasce dalle vi La riflessione che ti propongo oggi nasce dalle vive voci di due quindicenni che ho preso in carico nei percorsi di mentoring e coaching per la prevenzione e il contrasto alla dispersione scolastica a seguito di un provvedimento disciplinare.
I primi colloqui avevano come finalità quella di riflettere sul loro comportamento ribelle e trasgressivo, su quali sono state le ragioni che a loro avviso li hanno portati ad agirlo. Questa parte di ascolto attivo e di riflessione è indispensabile. Non si tratta di giustificare quello che hanno fatto, né di assolverli, ma di conoscere la loro storia e di comprenderli. Di comprendere i loro perché.
 
Il confronto è approdato sul tema dell’educazione, in particolare sul tipo di educazione che hanno vissuto a casa e a scuola (leggi: sul tipo di adulti significativi che hanno avuto al loro fianco e sul loro stile educativo).
 
Quello che hanno condiviso con me è l’idea che un’educazione basata sulla violenza è un’educazione che ha suscitato in loro emozioni di paura e di ansia. A seconda dell’indole del ragazzo, ne può derivare un’obbedienza finalizzata a non destare la rabbia dell’adulto e ad evitare di incorrere in punizioni oppure - come è accaduto per loro - la spinta a ribellarsi e ad agire quel comportamento ancora di più.
 
L’alternativa ad un’educazione basata sulla violenza - e che avrebbero di gran lunga preferito - è un’educazione basata sulla fiducia e sull’ascolto. In questo modo sono certi che avrebbero sperimentato un senso di sicurezza, sia in sé stessi sia nell’Adulto che avevano davanti, e con molta probabilità sviluppato un senso di responsabilità. Avrebbero potuto esperire e costruire una relazione basata sul rispetto.
Intendiamoci, io sono del parere che abbiamo sempre una scelta rispetto alla persona che vogliamo essere e ai comportamenti che decidiamo di agire. Tuttavia l’adolescente è una persona in divenire, la sua morale è tutta da costruire.
 
Inoltre, sebbene culturalmente abbiamo preso la distanza dal riconoscere valore aprioristico all’autorità, di fatto come adulti cadiamo spesso nel tranello di credere che quell’obbedienza ci spetti per diritto anagrafico.

(Continua nei commenti)
#adolescenti
Impegnati! Studia! Scommetto che lo ripeti continu Impegnati! Studia!
Scommetto che lo ripeti continuamente al tuo adolescente, tanto da sentirti un disco rotto.

Mentre tu vai a ripetizione, dentro la testa di tuo figlio appare una sola domanda: Ma perché?

Perché mi dovrei impegnare? Perché dovrei faticare? Perché mi dovrei concentrare? Perché dovrei studiare?
 
Si tratta di un Perché fondante, quello sul senso della propria vita.

Quando mancano le risposte a questi grandi Perché succede che l’adolescente finirà comunque da qualche parte, ma sarà dalla parte sbagliata, quella di chi ha assunto come proprie le risposte ai suoi perché, che però avrà dato per lui qualcun altro. Oppure succede che resta immobilizzato perché, se non sa dove andare, resta dov’è.

Come può aprirsi alla ricerca della risposta ai suoi Perché? Ai perché sul senso della sua vita? Alla ricerca del suo scopo?
La via è quella dell’esperienza. È attraverso la vita vissuta, è attraverso l’incontro con l’Altro, è attraverso la sperimentazione, che tuo figlio può trovare le risposte che cerca, anche se quelle domande non le pronuncia.

Nei percorsi di orientamento vocazionale faccio proprio questo: accompagno l’adolescente alla ricerca delle risposte ai suoi Perché? e ad immaginare un progetto di vita che gli farà vivere un presente sereno e motivato e lo farà andare verso il futuro con fiducia ed entusiasmo. Se vuoi prendere un appuntamento per una chiamata conoscitiva, scrivimi in DM che ti invio il link per prenotare un appuntamento.

#coaching #orientamento #orientamentovocazionale #adolescenti #adolesenza
Rispetto è il participio perfetto latino del verb Rispetto è il participio perfetto latino del verbo respicere. Se lo consideriamo nella sua forma infinita, questa è composta da re- seguito da spicere, che letteralmente possiamo tradurre con guardare di nuovo.
 
Rispettare l’altro. Guardarlo di nuovo. Vederlo forse per la prima volta per chi realmente è, è molto più che accettarlo.

Il rispetto è un atteggiamento che favorisce le relazioni interpersonali, rendendole adeguate e soddisfacenti.
 
Cosa ce lo rende possibile?
 
Alcune potenzialità su tutte possono permetterci questo tipo di crescita personale.
Penso alla saggezza dell’apertura mentale, che ci permette di andare oltre la nostra posizione e il nostro punto di vista per accogliere il punto di vista dell’Altro, e una serie di elementi della sua e della nostra storia che prima non avevamo preso in considerazione. Penso all’umanità dell’intelligenza interpersonale e dell’empatia, che ci spingono a metterci nei panni dell’Altro e a perseguire il bene comune. Penso alla gratitudine, che ci fa cogliere il buono di cui l’Altro è portatore, pur con i suoi limiti. Penso all’umiltà, che ci accompagna ad abbracciare con onestà i nostri, di limiti, e le nostre, di responsabilità.
 
Non sei soddisfattə delle relazioni che vivi? Fai fatica a fidarti degli altri? Non ti senti rispettatə?

Posso accompagnarti in un percorso di coaching!

#gentilezza #umanità #crescitapersonale #crescitapersonalefemminile #crescitainteriore #coaching #coachingumanistico
È trascorsa quasi una settimana dal termine del f È trascorsa quasi una settimana dal termine del festival di Sanremo, e tanti temi che hanno preso le mosse dal palco dell’Ariston continuano (giustamente) a fare notizia.
Tra le esibizioni della serata delle cover, ce n’è stata una che è passata sotto traccia senza trovare spazio nel dibattito e nel fare pensiero ma che, a mio avviso, è altrettanto importante: Roberto Vecchioni e Alfa hanno messo in scena il dialogo intergenerazionale.
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Giorni fa, sulle storie di Instagram, parlavo delle fatiche e delle difficoltà del dialogo tra generazioni. Fatiche e difficoltà causate dal “Ai miei tempi” al quale come adulti spesso ricorriamo. Dalla presunzione di credere di sapere dei nostri figli e studenti più di quanto loro sappiano di sé. Dal pretendere che siano liberi di fare, ma quello che vogliamo noi.
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Non solo il testo di Sogna, ragazzo sogna è di una poesia sublime, ma il gesto di Vecchioni di invitare Alfa a finire l’ultimo verso della poesia, lasciandogli sul palco spazio fisico e di parola cantata e rappata è la rappresentazione di quanto, come genitori, docenti ed educatori dovremmo fare un passo di lato e metterci in ascolto dei ragazzi. Ché hanno tutto il diritto di formarsi avendo accanto adulti che non li denigrino, ma che anzi siano interessati ad ascoltare cosa hanno da dire e che abbiano fiducia in loro e nel futuro che realizzeranno.
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Nel fare questo passo di lato, nella costruzione del dialogo intergenerazionale la partita dell’adulto si gioca nell’essere esempio di integrità. I ragazzi hanno bisogno di adulti autentici, che siano coerenti nei gesti e nei comportamenti con quanto professano e chiedono a parole.

Tu che esempio di adulto sei?
Raccontamelo nei commenti 

@sanremorai @alfaadf @vecchioniofficial #dialogointergenerazionale #adolescenza #adolescenti #crescere #educazione #pedagogia
5 0 0 0 O R E  1 0 0 0 G I O R N I  5 A N N I
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Il tempo che tuo figlio passerà alle scuole superiori. Un tempo per scoprire chi è e quale storia è venuto a raccontare su questa terra. Per dedicarsi a cose che probabilmente non farà più nella sua vita.
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Vuoi permettergli di valorizzare questo tempo?
Vuoi aiutarlə a diventare sé stessə?
Vuoi permettere a tuə figliə di rintracciare il suo personale progetto di vita?
Vuoi fargli scoprire il bello che c’è in lui/lei?
Vuoi che possa migliorare la sua motivazione scolastica?
Vuoi che possa vivere con serenità e consapevolezza le sue scelte di vita?
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Ho quello che fa per te!
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Si chiama “A ognuno la sua storia. Laboratorio narrativo di orientamento vocazionale”
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
È un percorso per piccolo gruppo articolato in 4 incontri durante il quale tuə figliə andrà alla scoperta di sé stessə esplorando insieme a me valori, sentimenti, interessi, attitudini, possibili vocazioni, risorse e potenzialità. La dimensione del piccolo gruppo permetterà di far nascere riflessioni, domande e risposte su di sé, sulla vita e sul futuro per ciascuno dei partecipanti, in un contesto in cui sarà sospeso il giudizio e si potrà beneficiare di un ascolto attivo ed autentico.
Al termine degli incontri riceverà il proprio profilo vocazionale.
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QUANDO
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15-22-29 febbraio 7 marzo dalle 17:30 alle 19
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DOVE
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Presso il mio studio in Via Fratini, 55 a Terni
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COSTO
60€ + 4% rivalsa INPS 

#orientamentonarrativo #orientamentouniversitario #orientamentovocazionale
L’adolescenza è la fase del ciclo di vita nella L’adolescenza è la fase del ciclo di vita nella quale tuo figlio si avvia progressivamente a costruire la propria identità, svincolandosi dai suoi adulti di riferimento per farsi a sua volta adulto.
Come può arrivare a costruire un’identità che possa sentire come effettiva espressione di quello che realmente è?
Di cosa ha bisogno per essere sostenuto in questo percorso evolutivo?
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“A ognuno la sua storia” è il laboratorio di orientamento narrativo che ho ideato per rispondere in modo nuovo e creativo alle esigenze di tuo figlio adolescente, che attraversa momenti di scelta importanti.
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L’orientamento narrativo gli permetterà di raccontarsi, di definire la sua identità, di cercare coerenza tra il passato ed il presente, creando degli strumenti cognitivi per progettare il suo futuro.
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Il questo laboratorio in piccolo gruppo, accompagnerò tuo figlio a conoscersi per quelle che sono le sue caratteristiche, qualità e anche punti di debolezza. Lo aiuterò a costruirsi quella cassetta degli attrezzi utile a fare delle scelte consapevoli di cui lui o lei sia l’autore/l’autrice - e non altri per lui o per lei. Esplorerà insieme a me valori, sentimenti, interessi, attitudini, possibili vocazioni, risorse e potenzialità.
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QUANDO
Giovedì 15-22-29 febbraio 7 marzo dalle ore 17:30 alle 19
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I posti saranno limitati, solo 6. Le iscrizioni chiudono lunedì 12 febbraio.
Per info e iscrizioni puoi scrivermi una email a info@susannabiancifiori.it o contattarmi in DM

#orientamento #orientamentouniversitario #orientamentonarrativo #orientamentovocazionale
Hai un figliə preadolescente? Allora ti sarai sic Hai un figliə preadolescente?
Allora ti sarai sicuramente accortə - dai suoi comportamenti che talvolta ti lasciano interdettə, dal suo linguaggio che ti fa storcere il naso, dai suoi interessi che ti disgustano e ti fanno domandare “cosa mai ci troverà nella musica trap?”, dal suo sguardo che si è spostato da te per focalizzarsi sui coetanei - che si sta trovando a gestire contemporaneamente dei grossi cambiamenti di tipo biologico, scolastico e sociale.
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Inoltre, il passaggio alle scuole secondarie comporta un grande cambiamento ambientale che mette a dura prova la sua efficacia personale.
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Succede perché in questa fase del ciclo di vita ha bisogno di staccarsi da te e da quello che rappresenti in termini di gusti e valori, per procedere alla costruzione della propria identità personale.
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Vuoi aiutarlə a diventare sé stessə?
Vuoi permettere a tuə figliə di rintracciare il suo personale progetto di vita?
Vuoi fargli scoprire il bello che c’è in lui/lei?
Vuoi che possa migliorare la sua motivazione scolastica?
Vuoi che possa vivere con serenità e consapevolezza la scelta della scuola secondaria di secondo grado?
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Ho quello che fa per te!
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Si chiama “A ognuno la sua storia. Laboratorio narrativo di orientamento vocazionale”
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
È un percorso per piccolo gruppo articolato in 4 incontri durante il quale tuə figliə andrà alla scoperta di sé stessə esplorando insieme a me valori, sentimenti, interessi, attitudini, possibili vocazioni, risorse e potenzialità. La dimensione del piccolo gruppo permetterà di far nascere riflessioni, domande e risposte su di sé, sulla vita e sul futuro per ciascuno dei partecipanti, in un contesto in cui sarà sospeso il giudizio e si potrà beneficiare di un ascolto attivo ed autentico.
Al termine degli incontri riceverà il proprio profilo vocazionale.

QUANDO

15-22-29 febbraio 7 marzo dalle 15 alle 16:30

DOVE

Presso il mio studio in Via Fratini, 55 a Terni
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
COSTO
60€ + 4% rivalsa INPS
COSA SIGNIFICA ORIENTARE? Ogni volta che entro i COSA SIGNIFICA ORIENTARE?
 
Ogni volta che entro in una classe e che accolgo i genitori con i loro ragazzi, gli adolescenti o i giovani nei percorsi di orientamento, c’è una cosa che preciso subito: la mia funzione non è quella di fornire informazioni sul contesto. Detto altrimenti, non sono qui per presentare alcuna offerta scolastica e formativa, né per fornire dati sul mercato del lavoro. E non è mia funzione neppure indirizzare i ragazzi, prescrivere loro quale strada intraprendere. Ci tengo a precisarlo perché siamo abituati a pensare all’orientamento in termini di offerta - di scuole, di corsi, di università, di opportunità lavorative - da parte di un territorio, a credere che parlare di orientamento significhi mettere il ragazzo e il giovane davanti alla domanda che lavoro farai da grande? e a cercare chi ci dia la risposta alle grandi domande esistenziali sul senso e sul significato della vita, specie quelle che riguardano il futuro dei nostri figli.
 
Personalmente ho abbracciato un’altra visione di orientamento che ha a che fare con la costruzione della propria identità e con l’immaginazione e la progettazione di un proprio personale progetto di vita autorealizzante.
Orientarsi vuol dire in questo caso essere in grado di conoscersi per quelle che sono le nostre caratteristiche, qualità e anche punti di debolezza per poi fare delle scelte consapevoli di cui noi - e non altri - siamo gli autori.
Significa permettere ai nostri figli di diventare le persone che sono.
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Nasce da qui A ognuno la sua storia. Laboratorio narrativo di orientamento vocazionale per ragazzi e adolescenti.
Un percorso per piccolo gruppo articolato in 4 incontri durante il quale ragazzi e adolescenti andranno alla scoperta di sé stessi esplorando insieme a me valori, sentimenti, interessi, attitudini, possibili vocazioni, risorse e potenzialità.
⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀⠀
Scrivimi in DM per saperne di più
#orientamento #genitori #genitorialitàconsapevole #crescitapersonale #coaching #coachingumanistico
È sempre possibile perdonare? Perdonare non è s È sempre possibile perdonare?

Perdonare non è sempre possibile. Talvolta non è nemmeno giusto.
 
Allora qual è il senso di questa nostra potenzialità umana che fa capo alla virtù della temperanza?

La temperanza è la virtù che ci permette di governare le nostre emozioni, di dare loro un senso, e di evitare per questo di agire meccanicamente, senza quasi averlo scelto. È la virtù del libero arbitrio, quel campo nel quale pensiero e sentimento, emozioni e riflessioni si congiungono e ci consentono di emanciparci dal furore dell’attacco e dal panico della fuga - da quel meccanismo psicologico denominato fight or flight che si attiva quando ci sentiamo in pericolo o minacciati a livello fisico o psicologico. È la virtù che ci permette di evitare gli eccessi.

La capacità di perdonare ci protegge dagli eccessi d’odio.

Personalmente credo nel perdono. Sia perché la reputo una qualità che riflette gentilezza, compassione e indulgenza, sia perché penso che come esseri umani commettiamo errori - talvolta anche senza rendercene conto e senza l’intenzione di causare danno o dolore - e se non siamo in grado di accogliere la fallibilità degli altri, con molta probabilità saremo severi e intransigenti anche nei riguardi di noi stessi.
 
Studi dimostrano che coloro che perdonano hanno livelli inferiori di rabbia, di ansia, di depressione e di ostilità. Inoltre la capacità di perdonare è collegata alla capacità di lungimiranza e all’empatia.
 
Perdonare significa guarire dalle nostre ferite senza rinunciare a difenderci e a volere giustizia, abbracciando quei sentimenti che chiedono una giustizia ripartiva e preventiva.
Ricordati che tra il dolore per l’offesa subita e l’atto di giustizia che vuoi agire nel momento in cui senti di aver subito un torto, la capacità di perdonare ti permette di sospendere la reazione e ti apre alla possibilità di trovare una soluzione, alla possibilità del pentimento dell’altro, all’elaborazione di una pena giusta che permette di salvare la relazione e di ricostruirla su un piano affettivo diverso anziché operare una rottura.
 
Che rapporto hai tu con il perdono? Sei capace di perdonare?
Ti aspetto nei commenti
Ieri mattina ho recuperato parte della scorsa punt Ieri mattina ho recuperato parte della scorsa puntata di @avantipopolorai e la vicenda di Giovanna Pedretti - la ristoratrice morta suicida dopo essere stata sottoposta ad una gogna mediatica per una recensione diventata virale della quale è stata messa in dubbio la veridicità - mi ha interrogata tutto il giorno.
 
Cosa genera le gogne mediatiche a cui assistiamo quotidianamente?
 
Ho l’impressione che ci sia un’ondata generale di risentimento, che trova sui social l’ambiente più immediato nel quale esprimersi, ma che non si fa fatica a scorgere anche offline, magari in coda al semaforo, a lavoro, al bar, all’interno delle famiglie. Ho provato e sto provando a rintracciarne le possibili cause, e a parer mio hanno a che fare con la rete ma non solo.
 
L’avvento di Internet e dei social network ci è stato presentato come una terra promessa: terra di amicizie e relazioni; terra dove la voce di tutti e ciascuno ha il diritto di contare. E invece ci troviamo soli, con il cellulare perennemente in mano ormai appendice del nostro corpo incapaci di guardarci negli occhi e rapportarci all’altro, ad essere nessuno.
 
La tecnologia giunta tra noi per semplificarci la vita, sta banalizzando il nostro modo di essere e di fare. Di più. Mi sembra che proprio perché assuefatti dalla tecnologia che ci ha semplificato la vita, pretendiamo dall’altro lo sforzo di impegnarsi laddove noi siamo troppo stanchi per farlo.
 
Educhiamo e veniamo precocemente educati alla competizione, abbracciando l’idea che il nostro successo è possibile solo a discapito dell’altro.
Viviamo in un contesto talmente accelerato che fermarsi a riflettere e a sentire ciò che proviamo ci chiede un tempo ed un’energia che non abbiamo perché siamo prosciugati.

[continua nei commenti]
Buon lunedì. Da oggi ripartono i progetti e torne Buon lunedì.
Da oggi ripartono i progetti e tornerò ad accogliere e ad ascoltare a studio tutti i miei clienti che hanno messo in pausa il loro percorso per godere del tempo delle vacanze natalizie.
Tornerà anche la pulce nell'orecchio - la mia newsletter - che in queste settimane è stata in versione Christmas edition, e che è nata con l’idea di condividere la mia esperienza professionale, i miei strumenti, riflessioni utili per la tua crescita personale e la tua efficacia educativa, dei suggerimenti di lettura e visione.
Se vuoi riceverla, ti basta cliccare il link in bio
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About

Susanna Biancifiori, è sociologa applicata e coach umanista. Laureata in sociologia e in scienze sociali applicate ai processi culturali e della comunicazione a “La Sapienza Università di Roma”, si è specializzata in sociologia della famiglia e in sociologia dell’educazione. 

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