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Crisi di coppia: i comportamenti da evitare per salvare una relazione

Sono sempre di più le coppie, sposate o conviventi, ad essere in crisi.

Il matrimonio non rappresenta più un valore in sé e di per sé. Le relazioni che nascono dall’amore non riescono a resistere se l’amore svanisce. La famiglia diventa spesso un ostacolo alla realizzazione di se stessi se non si basa su amore, amicizia e rispetto.

La crisi di coppia non è mai determinata da un solo evento, generalmente si tratta di una combinazione di fattori e ha come tratto distintivo il protrarsi nel tempo.

Ci può essere un evento scatenante più o meno destabilizzante, come per esempio la scoperta di un tradimento, ma generalmente la coppia si ritiene in crisi quando il disvelarsi di un elemento getta una luce di criticità sulla vita della coppia in generale.

Si parla di crisi di coppia quando i partner vivono un malessere che dura nel tempo e, nonostante il desiderio di cambiamento, i tentativi di risolvere i problemi non hanno dato esito positivo o, addirittura, si sono trasformati in dinamiche ripetitive che alimentano il problema anziché risolverlo.

La consapevolezza della disfunzionalità della relazione è accompagnata da uno stato di disagio, di pesantezza del clima relazionale e dalla sensazione di impotenza.

È in questa fase che la coppia cerca un aiuto esterno e si rivolge a un professionista competente.

A causare questa crisi relazionale, secondo lo psicologo e life coach Luca Stanchieri, è il fatto che si da per scontato l’amore, come fosse una facoltà umana naturale, mentre invece amare e saper amare sono due cose differenti. Secondo Stanchieri, amare non è solo un sentimento ma anche un saper fare.

Saper amare è decisivo per non perdere quelle relazioni che potenzialmente possono essere autentiche, al di là della loro concretizzazione organizzativa (coppia, relazione aperta, amicizia amorosa, amicizia, convivenza).

Per coltivare l’amore come sentimento finalizzato al bene per l’altro si deve preservare la motivazione ad amare. Motivazione che è composta da libertà di scelta, impegno per la felicità altrui e condivisione di sogni, desideri, progetti. Al contrario, il controllo, la gelosia, il disimpegno, la routine e la disattenzione finiscono con il mettere in crisi le relazioni.

Se abbiamo l’amore alla base di una relazione forte e benefica, il meglio del singolo individuo verrà valorizzato. Altrimenti, una relazione debole e malefica che non permette e non prevede libertà, impegno e condivisione, finirà per tirare fuori il peggio delle persone.

Quando si affronta una crisi di coppia?

La variabile tempo è di fondamentale importanza. Ovviamente nella vita di coppia piccole crisi, circoscritte nel tempo, sono da considerarsi fisiologiche. Condividere le scelte, le decisioni importanti, la fatica della quotidianità è difficile ma il confronto delle idee è indispensabile poiché porta a una sana conflittualità che spinge alla ricerca di un equilibrio sempre più rispondente alla coesistenza di due individui diversi.

Spesso è proprio la mancanza di piccole crisi, di momenti di forte conflittualità, di sano confronto a portare alla crisi della coppia.

Il lasciar correre, l’imparare a non dire o non fare qualcosa che urta il partner, nel tempo, impoverisce l’espressività, crea un clima di mancanza di libertà, produce risentimento, tutti ingredienti di un malessere che non trova sfogo.

Quali sono i comportamenti da evitare per salvare una relazione?

  1. Le critiche. Mettere in luce gli elementi negativi dell’altro, lamentarsi, usare parole come “sempre” e “mai”. Per non parlare poi di quando le critiche ad un comportamento diventano critiche alla persona (il disordine diventa “sei disordinato/a). Spesso si tende a credere che l’altro meriti amore solo se migliora riparando difetti, mancanze e comportamenti. Il risultato sarà che l’altro si mette sulla difensiva, si fa scudo con l’orgoglio e rilancia la critica. In questo modo si finirà per incappare in un estenuante ed interminabile duello a chi la spara più grossa. Il dialogo lascia spazio solo al disprezzo e alle critiche.
  2. Il disprezzo. Se le critiche non producono l’effetto desiderato, si passa al disprezzo. Il confronto, diventato critica, scadrà in battute sarcastiche, ostilità, derisioni.
  3. Il vittimismo. Allo scontro aperto si reagisce erigendo un muro di difesa, proclamandosi innocenti, evitando autocritiche, sentendosi vittime. In questo modo si finirà con l’allontanarsi sempre di più.
  4. Le ritirate. All’allontanamento seguiranno la chiusura al dialogo e all’ascolto. Mentre una delle due parti continuerà a fare l’elenco delle accuse, l’altro guarderà la tv o andrà a dormire. Non si parla, non si ascolta. Si diventa estranei.

Cosa fare per superare la crisi di coppia?

Se tra i due c’è ancora affetto o amore, bisogna fare ogni tentativo possibile per mantenere in vita la relazione, cambiarla e migliorarla.

Occorrerà fare un passo indietro, deporre l’ascia di guerra e mettersi in una posizione di ascolto e conoscenza. Saper amare vuol dire non dare l’altro per scontato ma considerarlo come individuo singolare, dinamico e mutevole da conoscere e riconoscere. Piuttosto che guardare alle mancanze del vostro partner, apprezzatene le qualità, stimatene le peculiarità, ringraziatelo per le attenzioni e i gesti affettuosi.

L’amore diventerà una scelta ed un impegno costante ma in questo modo nella coppia il sentimento sarà vivo e lo scambio sarà continuo e sempre pieno di sorprese.

L’amore è una scelta, un impegno. Una continua conoscenza.